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Il divoratore di cookie malevoli: Privacy Badger
La Electronic Frontier Foundation ha sviluppato Privacy Badger, un’estensione per browser (al momento disponibile per Chrome e Firefox) che in un solo colpo è in grado di analizzare e bloccare automaticamente qualsiasi cookie di tracciamento o annuncio pubblicitario che violi il principio del consenso dell’utente, mediante un’analisi basata su algoritmi in grado di distinguere le pubblicità e i cookie “traccianti” dagli altri.
Se ne sono dette di cotte e di crude sulla #cookielaw e sui relativi adempimenti posti in capo non solo ai gestori professionali di siti e servizi web ma anche – almeno in parte – sui piccoli gestori e blogger. Abbandoniamo per un momento il versante dei gestori per sederci affianco di quelli di voi che, essendo più attenti alla propria privacy e che volendo proteggersi dal tracciamento effettuato mediante cookie, sono alla ricerca di strumenti semplici, efficaci e sicuri.
Con questa geniale soluzione, la EFF individua questi strumenti di tracciamento esaminandone il comportamento e, in un certo senso, raggiunge il proprio scopo «tracciando i tracciatori!».
#cookielaw: esame senza sconti degli ultimi “chiarimenti” del Garante
Torniamo per la terza volta in pochi giorni ad occuparci della questione della c.d. #cookielaw, su cui ci siamo soffermati per gli aspetti prettamente giuridici nell’articolo Cookie: la disciplina applicabile e le criticità del provvedimento del Garante e sugli aspetti più pratici in #cookielaw: the day after (v. 0.9).
Il malcontento da parte soprattutto dei piccoli blogger amatoriali ha dato origine a proteste plateali e petizioni, ma il Garante non ha fatto marcia indietro né ha corretto l’impostazione del proprio intervento. Come traspare dal titolo, di seguito troverete un esame puntuale e non particolarmente benevolo dell’operato del Garante sulla questione #cookielaw e, in particolare, dei suoi ultimi (tardivi) “chiarimenti”. Ma esistono modi semplici e chiari per essere conformi alla disciplina europea e nazionale, come dimostrano gli esempi (taluni anche autorevoli) che vi presentiamo. |
#cookielaw: the day after (v. 0.9)
Nell’articolo di qualche giorno fa dal titolo Cookie: la disciplina applicabile e le criticità del provvedimento del Garante avevamo manifestato le nostre perplessità sul provvedimento del Garante recante “Individuazione delle modalità semplificate per l’informativa e l’acquisizione del consenso per l’uso dei cookie”.
Attenzione: le reazioni che abbiamo osservato sul web (segnatamente quelle di blog e forum che chiudono perché dichiarano di non voler rischiare sanzioni per l’odiata #cookielaw) ci hanno spinto ad accorciare i tempi per cercare di dare una mano a quanti si sentono disorientati e stanno prendendo decisioni drastiche e affrettate. Abbiamo ricevuto tante domande e richieste di aiuto, a qualcuna abbiamo risposto direttamente ma abbiamo pensato di farvi cosa gradita nel condividere con voi il nostro punto di vista. Ci riserviamo di ampliare l’articolo con successive release 😉 anche in base alle vostre osservazioni e richieste e di precisare meglio alcuni passaggi dell’articolo.
Gli adempimenti previsti dal provvedimento hanno destato molte preoccupazioni nei gestori di siti web di vario genere, soprattutto in coloro che, non avendo né una specifica preparazione giuridica, né uno stuolo di giuristi alle spalle che potesse aiutarli all’interpretazione delle disposizioni in materia di protezione dei dati personali, hanno dovuto barcamenarsi in prima persona per mettersi in regola.
Ieri, 2 giugno, è infatti scaduto il termine fissato dal Garante per adeguarsi ed oggi, senza tornare di nuovo sulle critiche di carattere più strettamente giuridico già evidenziate in linea teorica nell’articolo, riteniamo utile soffermarci sugli effetti pratici che il provvedimento in questione ha in concreto avuto sugli adempimenti in materia di cookie nel nostro Paese, esaminando alcuni casi esemplificativi che potranno aiutarci a comprendere gli errori più comuni e ad individuare le migliori prassi da seguire.
Cookie: la disciplina applicabile e le criticità del provvedimento del Garante
Da quasi tre anni il decreto legislativo n. 69 del 2012 ha recepito all’interno del Codice in materia di protezione dei dati personali le modifiche necessarie per dare attuazione – tra l’altro – alla direttiva 2009/136/CE, in materia di trattamento dei dati personali e tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche.